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Misticismo nazista: Il mito di Agharti
"Hai
veduto" - mi chiese la guida - "come i cammelli muovono
le orecchie impauriti? E quel branco di cavalli nella pianura che
è rimasto immobile e attento? E le greggi, e le mandrie accasciate
a terra? E gli uccelli che non volano, e i cani che hanno cessato
di abbaiare? Così accade sempre quando il Re del Mondo nel
suo palazzo sotto terra prega e scruta i destini di tutti i popoli
e tutte le razze". |
Adolf
Hitler, aveva come obiettivo il riconoscimento della supremazia della
propria "razza superiore" (atlantidea e ariana) su quella meno
pura degli altri esseri umani e aspirava al ruolo di "guida"
del mondo. Egli aveva molti legami con il mistero e con il misticismo
e durante il terzo Reich cercò a lungo il continente perduto di
Agharti e la gemma caduta dalla corona di Lucifero (che egli considerava
l'angelo buono che aveva avuto il coraggio di ribellarsi al male) dopo
che fu sconfitto dall'arcangelo Michele.
Influenzato dalle teorie di madame Blavatsky, il terzo Reich cercò
seriamente negli anni
'30, sotto il nefasto segno della svastica, la porta del regno di Agarthi
nel deserto del Gobi, per accedere ai segreti lì custoditi, e quindi
alla potenza che lo stato tedesco avrebbe ottenuto dalla conoscenza di
quei segreti. Infatti del mito di Agarthi si trova eco nella città
mitica dei nibelunghi, Asghard, cosicché negli ambienti nazisti
si era creata la convinzione che proprio gli ariani del Nord Europa fossero
i veri eredi del regno sotterraneo e quindi dell’età dell'oro.
Sponsor di quest’operazione presso l'entourage di Hitler fu il ricercatore
svedese Swen Edwig, che riuscì a farsi finanziare diverse spedizioni
nel deserto del Gobi alla ricerca della mitica porta (che non risulta
abbiano avuto successo).
I nazisti si muovevano nelle viscere della terra nel lontano Oriente nella
speranza di trovare l'antica civiltà dei "maestri sconosciuti",
sede di entità d’altri mondi, esseri superiori depositari
di un sapere che tutto rende possibile.
Tutto ciò allo scopo di ricongiungersi con il "re del mondo",
progenitore di un'antica genìa, destinata, secondo le farneticanti
teorie dei nazisti, a generare la razza perfetta.
Madame Blavatsky
Helena
Petrovna Blavatsky (1831-1891) nacque in Ucraina col nome Von Hahn Rottenstern.
Fin da bambina manifestò poteri sensoriali e fu affetta da sonnambulismo
e allucinazioni. Fu fondatrice della Theosophical Society a inizio '900
e tra le prime a parlare del mito di Agarthi e del Re del mondo.
Nel XIX secolo era molto "in voga" intraprendere viaggi in Tibet,
e così fece pure Madame Blavatsky, che da adulta era una nota telepatica
e psichica. Questo suo viaggio è documentato dal libro "Dottrina
Segreta", dove descrive di come sia venuta a contatto con antichi
testi occulti in un antico monastero tibetano, che la portarono alla conoscenza
dell'universo e del corso futuro della storia. Il testo afferma che l'Uomo
inizialmente era Puro Spirito senza un corpo, ma un giorno decadde nel
Caos e nell'Oscurità. Madame Blavatsky affermò di essere
stata iniziata alle pratiche magiche e all'uso di simboli esoterici che
insegnano come far risorgere dalla Razza Umana dalla bassezza odierna
alla pura forma spirituale iniziale.Diceva di essere stata anche in contatto
telepatico con i Maestri Nascosti, che le raccontarono la storia occulta
dell'essere umano. Blavatsky affermava inoltre che il simbolo esoterico
più potente era lo Svastica, conosciuto in Tibet come "Principio
di Fuoco e Creazione", ma che lei indicò come il simbolo della
Razza Ariana, ovvero il nome della Nuova Razza che si genererà
attraverso i suoi insegnamenti le sue teorie influenzarono profondamente
Himmler.
Il mito di Agharti
Agharti esiste fin dalla notte dei tempi: per tutto il remoto periodo
denominato dai miti, "Età dell'Oro", aveva prosperato
alla luce del sole con il nome di "Paradesha" (in sanscrito
Paese supremo, da cui Paradiso); poi, nel 3102 a.C, all'inizio del Kali
Yuga della tradizione indù (il termine significa Età Nera
e designa il periodo in cui viviamo), i suoi abitanti si erano trasferiti
nel sottosuolo per evitare di essere contaminati dal male, e il nome della
loro terra era stato trasformato in Agharti, "l'inaccessibile".
Il mito di un regno sotterraneo e segreto risale alla religione braminica
localizzata nel corso dei millenni in molti luoghi reali o leggendari
(Atlantide, il Regno di Prete Gianni, il castello di Camelot, l'isola
d'Avalon, il Montsalvat dei miti di Re Artù; l'omerica isola di
Ogigia, la mitica isola di Thule, il monte Meru, il monte Olimpo, il monte
Qaf).
La denominazione Agharti e una descrizione organica della sua struttura
hanno cominciato tuttavia a diffondersi soltanto a partire dall'inizio
di questo secolo.
Per l'occultista Helena Blavatsky, Agharti (che lei chiama "La loggia
bianca") è sorta sull'isola del Mar del Gobi dove, in tempi
remotissimi, erano atterrati i Signori della Fiamma, semidèi provenienti
da Venere.
Dottrine esoteriche assai fantasiose fanno risalire la sua fondazione
addirittura a quindici milioni di anni fa: gli abitanti di Agharti proverrebbero
dal continente di Gondwana, ora scomparso; grazie alla misurazione delle
maree effettuata per mezzo del Candelabro delle Ande, essi avevano compreso
che una catastrofe stava per abbattersi sulla loro terra, e si erano rifugiati
in vaste gallerie sotterranee illuminate da una luce particolare che fa
germogliare le sementi, portando con sé il loro bagaglio di antichissime
conoscenze.
La
capitale segreta
Il cuore di Agharti ha sede sotto l'Asia Centrale, nel vasto territorio
che va dal deserto del Gobi alle impervie montagne del Tibet e del Nepal;
il Regno si estende per vie sotterranee nel mondo intero fino alle caverne
dell'America, ancora abitate dall'antico popolo che disparve sotto terra.
La sua capitale è Shambhalla, mitica "Città di Smeraldo"
più volte localizzata in India, in Tibet, in Cina, in Indocina,
in Mongolia. Nella città di Shambhalla risiedono il Re del Mondo,
i saggi Guru e gli spiriti Pandita; per alcuni commentatori, tuttavia,
essa è il centro del male di Agharti, sede degli iniziati di mano
sinistra.
Il centro del Regno sotterraneo sorge sul principale incrocio delle correnti
terrestri, o forse è esso stesso a generare questi fiumi di energia
arcana che percorrono tutto il pianeta e si diffondono in superficie irraggiati
dai megaliti. Per evitare che il male vi penetri, essa è tenuta
isolata dal mondo della superficie da vibrazioni che offuscano la mente
e rendono invisibili le porte di accesso: per questo i non iniziati che
l'hanno cercata (tra cui Ferdinand Ossendowski e Sven Hedin) non sono
mai riusciti a trovarla. Meglio per loro: i comuni mortali che, per una
ragione o per l'altra, riuscissero a varcare uno dei suoi ingressi (ce
ne sono in India, in Nepal, nel Borneo e nella Comunità di Stati
Indipendenti) si perderebbero nelle immense gallerie, o avrebbero la lingua
tagliata dai Lama affinché non raccontassero cosa avevano visto.
Esiste solo un popolo che è nato nelle profondità di Agharti
e ora vive in superficie: è quello degli Zingari, che furono cacciati
dal Regno sotterraneo. Di Agharti conservano la memoria genetica - lo
riprova il loro vagabondaggio senza fine, alla ricerca di una patria che
non potranno mai rivedere - e certe facoltà magiche, come la capacità
di predire il futuro e leggere la mano.
Religione primordiale
Tutte le grandi religioni attuali traggono le loro origini dalla religione
primordiale di Agharti. Nel corso dei millenni le religioni si sono secolarizzate,
e conservano ormai solo qualche pallido ricordo della loro gloriosa e
comune identità.
Con l'aiuto e gli insegnamenti occulti dei Superiori Sconosciuti, potenti
illuminati mescolati agli uomini della superficie, la tradizione originale
di Agharti è stata portata avanti dalle Società esoteriche,
organizzazioni mistiche composte da ristretti gruppi di iniziati. Certi
riti, certi numeri (come il già citato 12, o il 22, quello degli
Arcani maggiori dei tarocchi) e certi simboli (per esempio la solare svastica,
resa purtroppo tristemente famosa da Hitler) che ricorrono in queste organizzazioni
rispecchiano riti, numeri e simboli sacri del Regno Sotterraneo.
Nei templi di Agharti si trovano oggetti dagli straordinari poteri - tra
cui, forse, il Graal e immense biblioteche analoghe a quella di Babele
descritta da Jorge Luis Borges. In una di esse è conservato l'originale
delle "Stanze di Dzyan", il testo che racconta le vere origini
dell'universo. Purtroppo è impossibile portare libri fuori da Agharti:
chi ne esce deve contare soltanto sulla propria memoria.
Ad Agharti la scienza si è sviluppata indisturbata; poiché
nulla, laggiù, è minacciato di distruzione, il popolo sotterraneo
- che ora conta milioni di anime - ha raggiunto il più alto grado
di conoscenza.
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